Action figures e animazioni: le tendenze che spopolano sul web

Action figures, animazioni asiatiche, fumetti. Oggi il web è inondato di immagini che ci ritraggono caricaturizzati o in qualche finta scatola di plastica con accessori annessi. È una nuova tendenza che ha sedotto intere generazioni, specialmente quella che va dai trenta ai quaranta, la categoria che, stando ai dati, si è maggiormente sbizzarrita.

Come ottenere questo tipo di immagini?

Basta scegliere una propria immagine frontale, inserire qualche dato in ChatGpt ed ecco che dopo alcuni minuti di elaborazione (non un tempo brevissimo in realtà) ci ritroviamo a fissare il nostro ritratto in un film di Hayao Miyazaki o il nostro pupazzo sorridente.
La tentazione di giocare con la propria immagine e rivederla in una action figures, seguire la corrente web e soprattutto, la curiosità di ammirarsi in un altro “formato” non è solo divertente, ma è straordinariamente intrigante.
C’è un motivo se a utilizzare maggiormente questa nuova ondata di intrattenimento grafico, denominato “Starter pack” sono gli appartenenti a una determinata fascia d’età: parliamo dei giovani (non più giovanissimi) cresciuti in anni in cui la plastificazione dell’intrattenimento, le action figures e le città in scala erano l’oggetto del desiderio di ogni infanzia.
Vedersi in scatola, squadrato o tondeggiante e polimerizzato, fa scattare una sorta di consumistico processo proustiano che ci riporta all’infanzia, alle mattine di Natale e ai giganteschi pacchetti sotto l’albero, alle pubblicità martellanti che ci facevano sognare.

Studio Ghibli

Non solo action figures anni Ottanta. Che dire delle immagini generate sull’impronta dello studio Ghibli?
Forse non tutti (pochissimi in realtà) non apprezzano le pellicole del più grande e importante studio di animazione orientale, ma è certo che la possibilità di vedersi in un film di Miyazaki susciti senza dubbio curiosità e divertimento.

Ebbene, negli ultimi mesi, questo trend di fattura orientale, non si è limitato alla nicchia di appassionati e cinefili, il fenomeno è diventato talmente virale da andare a coinvolgere il mondo della televisione, del cinema e perfino della politica: quest’ultima bersagliata dagli uffici stampa degli stessi partiti che, ironizzando ed esaltando loro stessi, hanno naturalmente esasperato e criticato i loro avversarsi con la stessa tecnica.
Quello che era nato come un gioco della rete con effetto a catena, si è dimostrato anche uno strumento capace di sfiorare, e forse cambiare, gli equilibri politici.

Perché occorre consapevolezza?

Oltre all’aspetto romantico e nostalgico, occorre fare una riflessione su questo fenomeno. È vero, non c’è niente di male a giocare collettivamente e cedere alla voglia di uniformarsi, almeno sul web, a qualcosa che tutti seguono, ma occorre anche riflettere sulla propria autenticità e consapevolezza.
L’intelligenza artificiale, ormai sempre più protagonista del mondo del lavoro e della comunicazione, si basa su informazioni che forniamo e che vanno sempre selezionate con cura. I social e più in generale il web possono essere usati in infiniti modi, ma come in ogni campo, conoscere bene la materia che si sta trattando può giocare a nostro favore.
Ci sono state diverse polemiche da parte dello stesso Miyazaki riguardo allo sfruttamento e il conseguente imbarbarimento delle sue creazioni, per non parlare poi delle questioni commerciali inerenti ai diritti d’autore.
Diverse statistiche hanno inoltre provato che per realizzare questo tipo di grafiche, ChatGp impiega uno straordinario quantitativo di energia pari a dieci ricerche su Google.
Infine, occorre sempre tenere a mente la propria identità. Conformarsi e divertirsi con un nuovo gioco offerto dal web è sano e consigliabile, ma rimane per l’appunto un gioco e come tale deve rimanere.
In un’epoca in cui l’A.I ridefinisce i limiti della realtà e della ricerca, cerchiamo di ricordarci che siamo esseri umani e che la tecnologia è una nuova possibilità da sfruttare a nostro vantaggio, non il contrario.

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